Chini ‘un spera miaghju mù spira

chini ‘un spera, miaghju mù spira.

Ambientazione

La scenografia è quella di un soggiorno di una casa abitata da una famiglia molto umile

La storia può essere ambientata anche nell’epoca attuale, ma a noi piace immaginarla che si sia svolta a cavallo tra gli anni 60 e 70, epoca in cui il nostro dialetto Nicastrese, lingua prevalentemente della gente umile e semplice, con la sua genuinità, riusciva ancora a rendere più visivo il proprio pensiero.

La scelta dell’epoca è stata suggerita anche dalla signorilità dei nostri intenti, dato che le vicende che abbiamo immaginato, potrebbero indurre la coscienza di qualcuno a sentirsi chiamato in causa.

Se malgrado ciò, qualcuno avvertisse ugualmente un leggero solletichio alla propria coscienza, allora a noi piace pensare che siamo stati veramente bravi a tentare di rimuovere ciò che di demoniaco vi fosse in quella coscienza.

Trama

La lotta che conducono alcuni personaggi per la propria sopravvivenza, li costringe alla progettazione di numerosi espedienti che infrangono la legalità.

Le vicende, tutte in chiave comico-satirico, vengono rappresentate in due atti, durante i quali si pone l’accento sul sentimento della speranza.

Le vicende s’intrecciano tra loro, così da mostrare allo spettatore il vero sentimento della speranza infuso dal nostro Creatore, cioè quella speranza, che per la sua realizzazione, necessariamente non deve procurare danni ai propri simili.

La guida di quanto sopra viene rappresentata dalla coscienza, che è sempre presente in ciascuno di noi, giudice severo e inflessibile e che quando viene ascoltata, non può che condurre alla realizzazione della speranza.

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