Fumo negli occhi

Nella società dell’apparire, quella di ogni tempo, la scalata al successo e al miglioramento delle proprie condizioni sociali diventano in molti casi gli unici obiettivi davvero importanti da raggiungere nell’arco della vita. Persino oggi, nell’Italia della crisi, in tanti aspirano a tali modelli: i più fortunati (o furbi) riescono ad ottenere tutto … molti altri non se li possono permettere! E tra questi ultimi, quanti oggi farebbero di tutto per nascondere il proprio fallimento pur di non essere da meno? Quanti farebbero di tutto per far credere di essere pur di apparire?

Questo è “Fumo negli occhi” di Faele e Romano, un classico del teatro italiano dal sapore anni ’70, che con una ironia mai banale denuncia apertamente questo handicap sociale così attuale.

La storia narra di due figli e un nonno, una cameriera immigrata, papà Casimiro e mamma Rosa; una famiglia come tante, che pur di apparire per quello che in realtà non è, rinuncia al piacere di una serena vita quotidiana. Casimiro è capo ufficio in banca; Gaetano Pipitone, vicino di casa e semplice impiegato nello stesso ufficio, riesce però a garantire alla moglie un tenore di vita di livello superiore. Per mamma Rosa, non è possibile essere da meno, così diventa artefice di raggiri e complotti per competere e primeggiare sulla famiglia vicina; ma mentre la famiglia Pipitone spende e spande, al di sopra di ogni possibilità la famiglia Cassarà è costretta a fingere benessere. Culmine di tale farsa è il week-end a Capri annunciato clamorosamente da Rosa alla signora Pipitone, che vedrà i Cassarà barricarsi in casa pur di farlo credere possibile… colpi di scena, gag, risate, e ritmo sostenuto saranno l’atmosfera giusta per una storia dalla sana morale in cui l’onestà trionfa sopra ogni cosa. Una storia passata… dei nostri tempi.

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